Il Pecorino Canestrino prende il nome dal canestro di giunco intrecciato, tradizionalmente utilizzato, che crea piacevoli e intricati motivi sul formaggio.
Si chiama Canestrino perché i canestri di giunco nei quali viene riposto dopo la caseificazione gli conferiscono la caratteristica rugosità della crosta Omero nel libro IX dell’Odissea descrive la perizia nel governare gli ovini e la tecnica, applicata dal ciclope Polifemo, di far asciugare in canestri i formaggi di pecora: la stessa tecnica che si usa ancora oggi per produrre questo prodotto la cui prima stagionatura avviene proprio in questi cesti.
Le caratteristiche salienti di questo prodotto sono la consistenza morbida ed il sapore delicato e fresco, con uno spiccato retrogusto di latte.
ABBINAMENTI:
MIELE: di acacia o mielata di bosco
CONFETTURA: di pere, cipolle rosse, more di rovo
MARMELLATA: di agrumi
VINI: rossi strutturati come l’Orcia DOCG o il Rosso di Montalcino
Ottimo anche con la birra Weizen
CONSIGLIATA PER:
Canestrino grigliato con radicchio, rucola, olio e pepe
Torta rustica con Canestrino e salame
Asparagi gratinati con Canestrino
Su un tagliere come fine pasto o prima del dessert
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