Il rabarbaro è una pianta erbacea perenne proveniente dalla Cina che possiamo coltivare anche nell’orto. Presenta diverse proprietà, alcune note e altre meno
Conoscete il rabarbaro? Questa pianta è molto utilizzata da secoli sia nell’alimentazione tradizionale che nella medicina cinesi: dalla Cina la sua fama e le sue possibilità di utilizzo sono state diffuse anche in Europa in seguito alle colonizzazioni nei paesi asiatici, per cui oggi il rabarbaro è coltivato anche nel nostro continente per la sua buona adattabilità a climi e terreni diversi.
L’ampio utilizzo che il rabarbaro ha avuto e ha nell’alimentazione delle popolazioni del Tibet, della Cina e della Mongolia si spiega nelle qualità del rabarbaro come aromatizzante, digestivo, depurativo, lassativo e rinfrescante dell’organismo.
Arreca benefici anche per le sue qualità antinfiammatorie, antibatteriche e antimicotiche.Come ingrediente della cucina naturale si utilizza la parte corrispondente al picciolo della foglia, ma anche la foglia si può cucinare se pur con moderazione in quanto molto ricca di acido ossalico, che può provocare, se assunto in dosi eccessive e a lungo andare, disturbi a livello renale e provocare anche calcoli renali.
Rabarbaro proprietà
La medicina tradizionale cinese utilizza invece la radice, o meglio il rizoma, di cui si utilizza l’estratto alcolico, oppure viene fatto essiccare e utilizzato polverizzato o sminuzzato e impiegato per decotti. Si impiega principalmente per il trattamento dei disturbi al fegato e all’intestino, per stimolare l’attività di questi organi, per depurarli e facilitare la produzione di bile e secrezioni gastriche.
Un’altra particolarità del rabarbaro è che, se coltivato nell’orto, svolge funzione di antiparassitario naturale.
Esistono diverse specie di rabarbaro, il più pregiato è quello cinese, il rheum palmatum, che viene coltivato prevalentemente per essere impiegato per la produzione di farmaci, per la fitoterapia, per la produzione di liquori (dice niente ai meno giovani Rabarbaro Zucca?), di amari digestivi a base di erbe, e in parte anche per l’alimentazione.
In cucina è usato soprattutto per preparazioni dolci e impiegato largamente nel mondo anglosassone. Si possono fare anche marmellate e confetture a base di questa verdura così come bevande e tisane dall’alto potere lassativo.
E forse qualcuno di noi ricorderà le vecchie caramelle al rabarbaro delle nostre nonne…
Potrà essere utilizzato anche nelle crostate come marmellata di farcitura e assieme alle fragole o accostato al succo di arancia.
Rabarbaro controindicazioni
Ne è sconsigliato il consumo alle donne in gravidanza e anche nel periodo dell’allattamento, ai bambini fino ai due anni, a chi è affetto da ulcere gastriche, calcolosi renale ed è soggetto ad emorroidi.
Non mancano gli effetti collaterali associati dalla letteratura scientifica a questa pianta. Se ne sconsiglia il consumo soprattutto quando ci sia una storia di:
- appendicite
- malattie renali
- calcoli
- malattie infiammatorie dell’intestino, tra cui il morbo di Crohn, la colite e la sindrome dell’intestino irritabile
- ostruzioni intestinali e mal di stomaco
- problemi epatici
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